Gli alti livelli di interleuchina-6 rappresentano un predittore indipendente di rischio di ictus e di mortalità tra i pazienti con fibrillazione atriale


La fibrillazione atriale è un fattore di rischio di ictus e di mortalità.

Ricercatori dell'Haemostasis Thrombosis and Vascular Biology Unit della Birmingham University in Gran Bretagna hanno ipotizzato che un aumento dei livelli plasmatici di due mediatori dell'infiammazione, quali l'interleuchina-6 ( IL-6 ) e la proteina C reattiva ( CRP ) fosse associato ad un aumento del rischio di ictus e di morte tra i pazienti con fibrillazione atriale.

E' stato compiuto uno studio pilota su 77 persone con fibrillazione atriale.

I pazienti sono stati tenuti sotto osservazione per 2.305 giorni ( in media 6,3 anni ).

Durante questo periodo ci sono stati 8 casi di ictus ( 10% ), 22 morti ( 29% ), e 28 persone sono andate incontro ad ictus o morte ( 36% ).

Un precedente ictus e gli alti livelli di IL-6 sono risultati essere predittori indipendenti di ictus, mentre l'età l'unico predittore indipendente di morte.

Dopo aggiustamenti, i livelli di interleuchina-6 sono rimasti essere un predittore significativo di ictus o di morte ( hazard ratio: 2,91; p = 0,007 ), ed il solo predittore indipendente di ictus o morte.

Non è stata invece osservata alcuna relazione tra i livelli plasmatici della proteina C reattiva ed il rischio di ictus o di mortalità.

I risultati di questo studio indicano che l'infiammazione nei pazienti con fibrillazione atriale può predire una prognosi non favorevole. ( Xagena_2004 )

Cronway DSG et al, Am Heart J 2004; 148: 462-466

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